“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.”
Gilbert Keith Chesterton
La difficoltà “di apprendimento” è un fenomeno sempre più vasto e non appare legata esclusivamente a problemi di ordine cognitivo, ma rappresenta l’espressione finale e di maggiore evidenza di quel vasto e complesso disagio infantile che costituisce un fenomeno tra i più preoccupanti della realtà attuale.
Nella scuola, tale disagio si manifesta nell’inibizione attiva all’apprendere, processo che sembra essere legato alle emozioni e agli affetti che entrano in gioco nella relazione con l’altro.
In alcuni bambini che presentano aspetti di inibizione intellettiva, possono prevalere sfumature di tipo depressivo, in altri prevalgono sintomi fobici, altri presentano un’ansia generalizzata da “prestazione”, altri ancora presentano un disturbo della condotta di tipo “oppositivo” in cui il “non- apprendere” si configura come un rifiuto aperto ad “apprendere”, il cui significato va ricercato nell’ambito della relazione.
Gli aspetti affettivo-relazionali giocano un ruolo importante anche nei disturbi specifici di apprendimento (DSA), che apparentemente sembrano scevri da componenti psicologiche, in quanto si caratterizzano come disturbi settoriali, le cui cause sono ascrivibili ad eventi biologici.
Tuttavia gli effetti che innescano e continuano a determinare sul piano psicologico (scarsa autostima e mancanza di fiducia nelle proprie capacità) sono estremamente rilevanti, fino ad assumere un interesse clinico primario per il rischio psico-patologico che comportano (fobia scolastica, ansia, depressione.)
Questi bambini appaiono spesso scoraggiati e frustrati dalla percezione della loro incapacità, evidenziando un senso di impotenza appresa nell’affrontare e risolvere qualunque compito, vivono costantemente una tensione emotiva forte e questo si traduce effettivamente in una disorganizzazione delle funzioni cognitive che impedisce anche le soluzioni che sarebbero loro possibili.
Con questi bambini, un programma di educazione emotiva, potrebbe essere di valido aiuto per sostenerlo ed aiutarlo ad affrontare in maniera costruttiva le difficoltà quotidiane.
E’ fondamentale leggere il problema in chiave psicologica per promuovere nel bambino e nel suo ambiente azioni di protezione da forme di disadattamento e conoscere i fattori di rischio e pianificare azioni di sostegno nell’ottica della prevenzione del disagio.