Identità

“Il nostro senso dell’io nasce nelle nostre interazioni sociali: gli altri sono gli specchi che riflettono la nostra immagine, un’idea che è stata riassunta nella frase: «Sono ciò che penso che tu pensi che io sia».”
(Daniel Goleman)

L’identità è “ciò che si è”. Ha a che fare con ciò che un individuo pensa di se stesso nella sua totalità e riguarda tutti quegli aspetti che prendono forma dalla nascita (l’origine familiare, il background culturale, la religione, la nazionalità) e si struttura nell’età dello sviluppo.
Dopo anni di studi, è stato ampiamente dimostrato quanto l’infanzia e l’adolescenza siano determinanti per lo sviluppo dei processi identitari.
Accade spesso, infatti, che i disagi e i malesseri dell’età adulta si possano ricondurre alla mancata soddisfazione dei bisogni fondamentali avvertiti durante l’infanzia.
I bisogni fondamentali di ogni bambino sono ricevere affetto, attenzione e protezione. Quando l’affetto, la protezione e l’attenzione sono insufficienti, si determinano pericolose alterazioni dell’immagine che il bambino si farà di se stesso. Se le esperienze positive s’interrompono bruscamente a causa di un evento traumatico, o percepito come tale, il bambino sarà portato a vivere la vita con un forte senso di precarietà, insicurezza e sfiducia.
Un bambino costretto a rinunciare alla protezione e ad occuparsi di se stesso precocemente, potrà diventare un adulto fragile e insicuro, oppure finirà per ancorare la propria sicurezza ad immagini esterne che trasudano forza e colmerà l’incertezza con la violenza e la sopraffazione.