//Dipendenza affettiva

Dipendenza affettiva

Cuori infranti

“L’amore.
Certo, l’amore.
 Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta.”
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Fino a qualche decennio fa era più facile credere nell’amore eterno perché la famiglia era strutturata in modo molto diverso: esisteva una netta complementarità di ruoli, in cui la donna era madre e casalinga, dedita completamente alla casa e alla cura dei figli, con limitata autonomia culturale ed economica.

Inoltre, il rapporto con i vincoli sociali e morali era ben diverso: si pensi che in Italia, fino al 1974non esisteva il divorzio e fino al 1981 era possibile l’assoluzione per delitto d’onore.

Esistevano dunque dei ‘fattori di stabilità’ per cui due persone all’altare potevano serenamente pronunciare le parole ‘finché morte non ci separi’.

Nel tempo le cose sono cambiate e, nello scenario attuale, le separazioni sono diventate normale routine.

Abbiamo il sogno dell’amore eternoper cui, come succede nelle favole, si crede che per due persone che intraprendono un percorso insieme, il momento della formazione della coppia sia il punto di arrivo. Quel colpo di fulmine che ha unito due persone da solo non è in grado di sigillare un patto di unione per sempre e che l’affinità e la passionalità iniziale non potranno accompagnare la coppia in un eterno “… e vissero felici e contenti”

L’amore è un sentimento di natura fugace e, se non ben coltivato, negli anni svanisce e lascia i partners nell’ amarezza e nella disillusione.

Purtroppo, matrimonio e famiglia sono ormai istituzioni prossime al fallimento: solo un terzo delle coppie che si uniscono resiste intatto, il restante si separa o divorzia o, peggio, vive una relazione insoddisfacente, restando unito esclusivamente per motivi economici o psicologici.

Molte coppie scoprono solo troppo tardi che l’Amore, questo sentimento così potente, intorno al quale gira la nostra vita, è spesso distruttivo, insano, devastante, malato.

Succede quando la sofferenza diventa un modo di essere della coppia, quando si soffre troppo o troppo a lungo senza prospettive, quando il partner critica costantemente il nostro modo di vestire, di muoverci, di parlare, quando cerca di isolarci dalle amicizie, quando ci sminuisce di fronte ai figli, quando ci accusa di essere un cattivo genitore, quando ci controlla in maniera ossessiva il cellulare, quando minaccia di farci e di farsi del male, quando usa violenza verbale o fisica, spesso in presenza dei figli.

Ad un certo punto appare chiaro che il nostro cuore ha voluto un padrone e nulla hanno potuto l’intelligenza e la ragione; ha scelto e si è legato ad un partner vanitoso (narciso, diremmo oggi), di scarso spessore, che sicuramente non lo merita.

Oggi sempre più persone colte, indipendenti, piene di interessi, brillanti, si legano a donne e uomini sciatti, ma con un ego smisurato, e restano incastrati in un legame ad assolvere, quasi con “determinazione”, il ruolo della cosiddetta “crocerossina/o”, di colei/colui “che salva”, pagando emotivamente un prezzo altissimo.

Essere affettivamente dipendenti ad una persona rende incapaci di spezzare un legame, per quanto ci faccia soffrire e sia distruttivo per la nostra vita.

È la cecità del cuore avuta in dote dall’amore infantile negato che, in età adulta, viene offerto in maniera incondizionata anche a chi non se lo merita.

Quando si affronta un problema di coppia bisogna dimenticare l’idea che il rapporto sia il problema di tutto. Spesso, nelle relazioni “a due”, ognuno rimette in atto modelli di attaccamento che ha vissuto ed esperito nella propria famiglia di origine, con i quali mantiene una forte dipendenza emotiva. Il conflitto nasce proprio dalla difficoltà a delimitare i confini di appartenenza e differenziazione, per stabilire un nuovo vincolo funzionale di alleanza a livello di coppia.

 “Siamo tutti figli di una coppia” e occorre lavorare su di sé per capire a che punto siamo nel nostro processo evolutivo di individui “differenziati” e autonomi o se stiamo assolvendo al compito di ripetere e tramandare, di generazione in generazione, modelli relazionali, anche se disfunzionali e causa di malessere e sofferenza. Molte coppie scelgono di vivere in una condizione di infelicità e disarmonia piuttosto che affrontare l’angoscia connessa al cambiamento.

Anche la terapia di coppia non è un rituale magico, ma un percorso che coinvolge due persone e che cerca di essere d’aiuto ad entrambe per trovare dentro se stessi, quando possibile, strategie per affrontare il conflitto. In coppia, o si vince in due o si perde in due, perché ogni comportamento o decisione non condivisa è una sconfitta anche per il partner che si è imposto sull’altro.

La dipendenza affettiva, può essere un lusso che si paga caro.

Quando ci troviamo a fare i conti con una relazione svilente, violenta, di sopraffazione, prepotenza, prevaricazione, soprusi; quando, in fondo, pensiamo che sia colpa nostra, bisognerebbe avere il coraggio e la forza di fuggire per salvare noi stessi e i nostri figli. Troppo spesso relazioni malate hanno un tragico epilogo senza possibilità di riscatto.

Una passione può capitare a ciascuno di noi. Può succedere di essere risucchiati in una spirale di vassallaggio amoroso, con l’annullamento di sé, la perdita della dignità, l’umiliazione di essere considerati alla stregua di un oggetto.