Autostima

“Nessuno può obbligarvi a sentirvi inferiori senza il vostro consenso.”
(Eleanor Roosevelt)

L’autostima è un giudizio valutativo che noi diamo di noi stessi, del nostro valore come persone, rispetto agli altri. È squisitamente soggettivo e determina il nostro senso di adeguatezza e il rispetto per noi stessi. Oggi c’è un uso e un “abuso” quotidiano della parola “autostima” e qualsiasi insuccesso viene ricondotto ad una scarsa o bassa quantità di questo tratto.
L’autostima è un tratto della nostra personalità relativamente stabile, che cominciamo a costruire in tenera età, che tende a crescere fino a 45/50 anni per poi calare di nuovo, ed è piuttosto resistente al fluttuare delle situazioni e agli alti e bassi che la vita ci propone. Le ricerche hanno sfatato il mito per cui un’elevata autostima sia buona in assoluto; per essere buona deve essere anche realistica, autentica e stabile:

  • realistica, perché se le autovalutazioni si discostano troppo dalla realtà, si rischia di intraprendere azioni pericolose per perseguire obiettivi irraggiungibili e fallimentari.
  • autentica perché, se per primi non ci si crede davvero, si metteranno in atto dei meccanismi difensivi (mi mostrerò agli altri sicuro e temerario anche se non lo sono), in quanto ci si sentirà continuamente minacciati da una possibile smentita.
  • stabile, altrimenti ci si troverà sempre in balia delle circostanze, con frequenti sbalzi d’umore, alla ricerca di continue conferme, per un bisogno impellente di riconoscersi un valore che ci si è attribuito e si deve dimostrare agli altri.

Avere un’alta autostima non è, quindi, sempre e comunque una cosa buona. È buono, invece, avere un’autostima autentica, realistica e stabile che ci consenta di riconoscere nella nostra identità aspetti di fragilità, come l’accettazione dei nostri insuccessi, senza attribuire responsabilità agli altri, e quindi di volerci bene così come siamo.
Senza una buona autostima, le relazioni sono caratterizzate da aggressività, arroganza, ostilità, in quanto la sola cosa che conta è ricevere un apprezzamento che si ritiene dovuto a se stessi.
L’autostima si può migliorare partendo dalle convinzioni che si costruiscono intorno alle nostre capacità, al modo con cui affrontiamo e reagiamo di fronte agli insuccessi, all’acquisizione consapevole della propria autoefficacia (cosa e come sono capace di fare), per considerare anche le proprie inadeguatezze e correggere “il tiro” sulla base di un onesto esame della realtà.
Questo ci rimanda a due importanti considerazioni:

  • l’autostima è una vera e propria chiave dell’io, vale a dire della nostra identità. Consiste nell’avere a mente il proprio valore, senza sopravvalutare né sottovalutare le proprie doti ma, soprattutto, riconoscere la propria dignità, il proprio diritto di pensare e agire secondo la propria coscienza.
  • autostima e quindi di identità fondano le loro radici nei primissimi anni di vita ed è importante favorirne un loro sano sviluppo.