La famiglia

La strada di casa

“Poche dimensioni sono misteriose ed ermetiche quanto le famiglie. Nell’isolamento delle proprie case, nessuno sa per certo cosa accade dentro quelle quattro mura.”
(Oscar Wilde)

La famiglia costituisce il fondamentale contesto di sviluppo di ogni individuo e i rapporti familiari e le relazioni si realizzano e si strutturano in un sistema circolare di interdipendenza.
Uscendo da una visione stereotipata della famiglia angelicata, bisogna fare i conti con la realtà: la genitorialità non è solo istintiva, ma richiede un processo cognitivo complesso e prolungato nel tempo, che avanza, si perfeziona nel contesto culturale e di vita dell’individuo e si adatta a situazioni sempre nuove.
I genitori sono uomini e donne, individui che portano con sé la propria storia e, come tali, nell’accudimento dei figli, riversano su di essi le loro risorse positive, ma anche le loro “mancanze”.
La genitorialità, infatti, può diventare un esercizio di potere e sfociare in situazioni patologiche. Se l’immagine tipica dei genitori è quella di coloro che nutrono, si prendono cura, proteggono i figli, è altrettanto vero che anche i genitori possono nutrirsi dei propri figli, proiettando, inconsapevolmente, sui loro figli una versione ideale di se stessi e di quello che sarebbero voluti diventare. Vedono in loro i depositari di tutte le loro aspettative e agiscono un iper-controllo anche sulle loro scelte da adulti. Finiscono per manipolare i figli con atteggiamenti lesivi della loro autostima, violenze psicologiche o fisiche, aggressività verbale o gestuale, svalutazione e denigrazione delle loro qualità, vittimismo, senso di colpa, che a volte cercano di “bilanciare” con un amore morboso, spesso distruttivo.
I bambini sono vere e proprie vittime dei “grandi” mai cresciuti, insoddisfatti, infantili e fragili, intrappolati nel loro narcisismo. A livello mediatico, il narcisismo viene messo spesso in relazione a fatti di cronaca nera, abusi, violenze e sofferenze sentimentali che vedono coinvolti solo gli adulti. Gli effetti devastanti del narcisismo dei genitori sui propri figli invece è un aspetto trascurato, ma quanto mai un fenomeno in crescita.

L’impossibile mestiere di fare il genitore.
Cerchiamo di essere genitori
“sufficientemente buoni”

Non esistono manuali “pronti all’uso”, di cui oggi c’è un gran proliferare, che si prodigano nell’elencare regole ammantate di scientificità, che dovrebbero garantire il successo educativo e orientare con sicurezza la vita dei figli. Ma i manuali non bastano. Non esistono metodi standard, per la semplice ragione che ogni individuo è diverso dall’altro, come diverse sono le coppie di genitori e come ciascuna coppia sia una combinazione unica e irripetibile. Educare un figlio non è, dunque, una scienza, ma è un’arte la cui bontà si estrinseca attraverso l’agire dei genitori, nella misura in cui credono in loro stessi (con il riconoscimento dei propri limiti) e nell’opera che stanno realizzando.
Fare il genitore è un mestiere impossibile, i genitori migliori sono proprio quelli che sono consapevoli di questo limite, di questa impossibilità; nessuno, infatti, possiede la verità assoluta, la risposta infallibile su qual è il senso della vita, del bene e del male, del giusto e dello sbagliato.
Se non è possibile essere genitori perfetti ci sono, però, tanti modi per essere un buon padre e una buona madre, primo fra tutti trasmettere ai figli il segno dell’amore, riconoscerli cioè nella loro unicità, avere fiducia nei loro desideri, dare loro la possibilità della sconfitta e del fallimento, ma anche quella di rialzarsi e di ripartire con la certezza di essere sostenuti.
“Se i genitori hanno delle attese sui figli, i figli avranno dei destini e, solitamente, assai infelici” (Sartre), I genitori dovrebbero invece donare ai figli la libertà di essere diversi dalle loro aspettative: devono fare i conti con la loro rappresentazione ideale e acquisire consapevolezza che i figli non possono essere strumenti di riscatto.
In questa società complessa i genitori si trovano spesso a fare i conti con nuove esigenze e nuove modalità di relazione (social) e oscillano fra autoritarismo e permissivismo, quindi un supporto psicologico per superare ed essere sostenuti in questo difficile mestiere può essere sicuramente un valido aiuto per una crescita più armoniosa, per ristabilire o addirittura creare nuovi equilibri funzionali e sereni.