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Disagio giovanile

Guerrieri innocenti

“Che stagione, l’adolescenza. Senti di poter esser tutto e ancora non sei nulla.”
(Eugenio Scalfari)

Il disagio giovanile nasce da una base funzionale, che è quella della crescita, dell’abbandono dell’età infantile e del culto del genitore a vantaggio della scoperta di sé, della propria indipendenza, delle proprie pulsioni sessuali.
Il disagio dei giovani è sempre stato connaturato alla fase adolescenziale come periodo di transizione dall’età infantile a quella adulta. Cambia il corpo, cambia la percezione di sé e dell’altro, cambia il rapporto con la famiglia d’origine. Tutti i periodi di cambiamento aprono a delle crisi che, in personalità non ancora definitivamente strutturate come quelle adolescenziali, possono diventare particolarmente visibili.

Quando alla base della personalità dell’adolescente vi sono carenze strutturali, di solito carenze d’affetto, allora la situazione può essere più critica e si possono manifestare tante diverse forme di disagio.

Negli ultimi decenni, il disagio giovanile ha assunto nuove caratteristiche, legate inevitabilmente al cambiamento della società.
La spinta al perfezionismo e il culto “dell’apparire”, sulle ali dei social e dei media in generale, inducono sempre più i ragazzi ad assumere atteggiamenti stereotipati, a cadere nelle trappole del web, dell’alcool, della droga, della depressione. L’ansia di mostrarsi perfetti per essere accettati si inserisce, peraltro, in un contesto storico di progressiva privazione della speranza: la pandemia prima, la guerra in Europa dopo anni di Pace, poi.

L’incremento delle forme patologiche del disagio giovanile è probabilmente una responsabilità del mondo adulto, che non solo non ha posto le basi per un futuro prospero per le nuove generazioni, ma ha contribuito a creare un sistema che sta dimostrando adesso tutta la sua instabilità, tra epidemie, guerre e cambiamenti climatici. A fronte di questo stato di cose, peraltro, chi ha potere decisionale non si sta prodigando per trovare soluzioni. Tutto ciò genera un ulteriore scollamento generazionale e acuisce le paure e le difficoltà degli adolescenti, spaventati da un presente assai precario e da un futuro oscuro e incerto.
In uno scenario così complesso, il disagio giovanile si esprime in tante forme e questi “guerrieri innocenti” danno segnali che chiedono di essere ascoltati. L’intervento del mondo adulto è urgente, a livello di famiglia, istituzioni e assistenza psicologica.

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