Epigenetica: come le esperienze modificano il DNA

Spesso pensiamo al DNA come a un codice genetico immutabile, una sorta di destino già scritto che decide in larga parte chi siamo, le nostre inclinazioni, i fattori di rischio per questa o quella patologia, ma, in realtà, il DNA, impara da quello che gli succede nella vita.
Esiste un campo della scienza, l’epigenetica, che studia come fattori ambientali ed esperienze di vita possono scrivere sul nostro DNA, (senza modificarne le sequenze) o meglio “accendere o spegnere” i geni, studiando, in pratica il modo in cui questi si esprimono, influenzando il nostro corpo e la nostra mente.
Che cos’è l’epigenetica?
L’epigenetica (dal greco epi, “sopra”, e genetica) è una scienza che studia i meccanismi biologici che regolano l’espressione dei geni. In altre parole: quali geni vengono attivati, e quali no.
Fattori ambientali, traumi e esperienze non modificano il codice genetico, ma possono attivare o disattivare alcuni geni o modificarne l’espressione
Immagina il tuo DNA come un libro: le lettere non cambiano, ma l’epigenetica mette segnalibri, evidenziazioni, e appunti ai margini. Questi “segni” possono dire alle cellule quali pagine leggere e quali ignorare.
Questi segni nel concreto non sono altro che complesse reazioni chimiche, tra cui:
● la metilazione del DNA in cui piccole molecole chiamate gruppi metile si attaccano al DNA e bloccano l’attivazione di certi geni;
● le modificazioni degli istoni, le proteine che “impacchettano” il DNA. La loro modifica può rendere un gene più o meno accessibile;
● RNA non codificanti che regolano l’attività genica in altri modi complessi.
Perché possiamo ereditare un trauma?
Le esperienze forti — come traumi, abusi, guerre, carestie, catastrofi naturali o violenza — possono lasciare un’impronta sull’organismo a livello epigenetico. Come abbiamo già detto queste modifiche non cambiano i geni, ma modificano il modo in cui i geni si esprimono, ad esempio nei circuiti dello stress, del comportamento, dell’umore.
Ancora più affascinante è che secondo numerosi studi scientifici, alcuni di questi segni epigenetici possono essere ereditati. Questo significa che i traumi vissuti da una persona possono influenzare biologicamente i suoi figli o addirittura i suoi nipoti.
Ci sarebbe, cioè. una sorta di memoria del trauma, che viene ereditata da una generazione all’altra mediante il DNA (ma non solo, perché intervengono anche fattori educativi e socioculturali).
Alcuni studi hanno mostrato dati interessanti da questo punto di vista, mostrando alterazioni che aumentano il rischio di PTSD (disturbo post traumatico da stress) e stress, o che abbassano l’aspettativa di vita nei figli di soggetti che hanno vissuto eventi traumatici, come i sopravvissuti all’Olocausto o alle guerre.
Come funziona questa eredità e livello cerebrale
Sembrerebbe, quindi, che i traumi possano attivare o disattivare i geni, fino ad influenzare alcune specifiche aree cerebrali come l’amigdala (coinvolta nelle reazioni di paura) o la corteccia prefrontale (legata al controllo emotivo e al ragionamento).
Le cosiddette modifiche epigenetiche possono rendere alcune persone iper-reattive allo stress, anche in contesti dove oggettivamente non ci sarebbe pericolo.
Ma non è solo una cattiva notizia, perché non vengono trasmessi solo i traumi, ma anche le modifiche epigenetiche causate da eventi e comportamenti positivi, come la resilienza, il sostegno emotivo, lo stile di vita sano, le relazioni affettive soddisfacenti ecc.
Attraverso le nostre scelte positive, quindi, possiamo influire sulla salute nostra e, magari, dei nostri discendenti.
Attenzione alle semplificazioni
La grande novità portata dall’epigenetica è di non pensare più al DNA e ai tratti ereditari solo come un insieme di geni, ma come uno scambio continuo tra biologia e ambiente, tra quello che è scritto nel nostro codice genetico e quello che la vita ci ha insegnato. Possiamo a nostra volta trasmettere tutte queste informazioni, nel bene e nel male.
Ma occhio alle semplificazioni. Molte paure e molti valori si trasmettono non per via genetica, ma attraverso l’educazione, le tradizioni familiari, la cultura di appartenenza. Anche basandosi sui riscontri dell’epigenetica, quindi, non possiamo ritenere il codice genetico un destino già scritto dai nostri avi per noi.
Piuttosto, queste teorie ci dicono che possiamo ereditare paure, dolori e fragilità, ma anche forza, adattamento e guarigione, e trasmetterli ai nostri figli. Tutto questo ci restituisce una visione più profonda e sfaccettata dell’essere umano e delle sue connessioni profonde con gli altri e con l’ambiente: non siamo solo individui, siamo parte di una storia biologica collettiva.
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Questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di uno specialista.