//Le narrazioni nell’era dell’Egocentrismo

Le narrazioni nell’era dell’Egocentrismo


Egocentrismo: immagine di un uomo che si guarda allo specchio

L’egocentrismo è uno dei tratti più spiccati della nostra società. Una sorta di segno dei tempi, che ci spinge a raccontarci continuamente in micro-narrazioni destinate a non essere ascoltate da nessuno: storie, post, messaggi vocali…

Egocentrismo: il significato in psicologia

Egocentrismo, in psicologia, ha un significato ben preciso, puntualmente sintetizzato dal vocabolario online Treccani:

s. m. [der. di egocentrico]. – In psicanalisi, atteggiamento di chi tende a porre sé stesso al centro di ogni evento, per cui la propria percezione delle cose e i proprî giudizî assumono un valore pressoché assoluto, rendendo difficile l’accettazione del punto di vista degli altri e quindi la comunicazione sociale; con uso estens. e più generico, il carattere e il comportamento di chi tende ad accentrare, a voler fare tutto da sé.”

Sul piano individuale, è un comportamento tipico dell’età infantile che, se protratto in età adulta in modo assolutizzante, può diventare egocentrismo patologico. L’egocentrismo patologico si manifesta in un immotivato senso di superiorità e di rifiuto del punto di vista degli altri, ma spesso è spia di una condizione di fragilità psichica.

Nella società attuale, però, tutti sembriamo sempre più malati di egocentrismo e di narcisismo. Il mondo economico l’ha capito e le grandi aziende digital hanno trovato il modo di monetizzare sul nostro bisogno di esposizione. 

Storytelling ed egocentrismo

Mentre il web è sempre più fittamente popolato di contenuti che nessuno leggerà o ascolterà, le persone sono sempre più coinvolte in un meccanismo del tipo: “mi racconto, quindi sono”.

Il proliferare di stories, post, reel, blog personali, messaggi vocali per aggiornare gli amici in tempo reale di tutti gli eventi della nostra vita, tradiscono un bisogno più profondo: quello di attestare la nostra esistenza agli occhi degli altri.

Una società che ci ha promesso la felicità a tutti i costi e non ha mantenuto la parola, oggi ci spinge a fingerci sempre sorridenti, in salute, ricchi e in ottima compagnia, attraverso lo storytelling di noi stessi.

Ma non siamo più di fronte alle grandi narrazioni del passato, alla mitologia o al romanzo d’indagine psicologica. Siamo piuttosto di fronte a un muro di parole al vento che nessuno ha più la capacità – o il tempo – di ascoltare. Narrare non è più un atto rivolto all’ascoltatore, ma diventa invece un atto rivolto verso se stessi: una deriva dell’egocentrismo patologico che il mondo social ha accentuato criticamente.

Quasi nessuno è più capace di ascoltare. La sovrapproduzione di messaggi e contenuti ha distrutto la nostra capacità attentiva, inserendo un continuo bombardamento di informazioni in una quotidianità già troppo veloce e stressante, del tutto innaturale.

Se in passato la narrazione ha avuto un ruolo preminente per formare le società e le culture, le micronarrazioni egocentriche odierne testimoniano piuttosto lo sfaldamento profondo delle relazioni sociali. Sono relazioni sempre più liquide, per dirla con Bauman, in cui l’Io parla ripetutamente facendo eco e se stesso.

Disclaimer: questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di uno specialista.