//Saper ascoltare: perché non ci riusciamo più?

Saper ascoltare: perché non ci riusciamo più?


Saper ascoltare. Disegno di persone che si urlano addosso

Saper ascoltare gli altri, ma anche noi stessi, è una competenza complessa. Va ben oltre il mero atto fisico dell’udito, ma richiede di attivare una serie di funzioni cognitive ed emotive. Nella comunicazione sono coinvolti moltissimi aspetti: la voce, il linguaggio non verbale, l’elaborazione del messaggio, l’interpretazione, lo stato d’animo, la cultura.

Ognuno di noi, poi, ha delle proprie convinzioni e dei bias cognitivi, ossia dei pregiudizi che ci portano a presumere di sapere già cosa il nostro interlocutore vuol dirci (soprattutto se si tratta di una persona a noi cara, che conosciamo bene).

Questi vizi di forma sono presenti negli adulti, ma non nei bambini, che non hanno ancora assimilato i pregiudizi culturali, né hanno ancora formato i propri.

Il sociologo Zygmunt Bauman sosteneva che ogni fallimento di una relazione è in realtà un fallimento di comunicazione. Non saper ascoltare implica l’impossibilità di tessere una relazione profonda e vera con gli altri.

Saper ascoltare è accettare il conflitto

I pregiudizi culturali sono legati al modo in cui l’essere umano si è evoluto: ci permettono di vivere in modo più ordinato, di distinguere ciò che è accettabile da ciò che non è accettabile. La paura del diverso, dell’instabilità e del cambiamento è l’emozione primordiale e potente che ha contribuito a costruire le società come comunità di difesa reciproca, nei cui valori e nei cui simboli le persone potevano riconoscersi.

Questo input è ormai diventato connaturato all’essere umano, che ha bisogno di incasellare anche le persone in giudizi ordinati. Molto spesso, però, un timore eccessivo del diverso e del conflitto ci impedisce di valutare il punto di vista dell’altro, anche sui temi della vita quotidiana.

La polarizzazione del dialogo sui social network è un esempio lampante di come oggi molte persone tendano ad avere una risposta aggressiva di fronte ad opinioni opposte alla propria, senza capacità di ascolto, confronto o accettazione.

Non è un caso che molte coppie in terapia riescano a risolvere i propri problemi semplicemente ripartendo dalla comunicazione e dall’ascolto. Saper ascoltare significa rendersi disponibili al conflitto, senza viverlo come una minaccia ma come un’opportunità di confronto.

Saper ascoltare è anche porre le giuste domande

Per poter ascoltare davvero è importante anche fare le giuste domande. Possiamo imparare qualcosa da chi ha fatto dell’ascolto la propria professione, come gli psicologi, i sacerdoti, i marketers ecc. 

Una caratteristica accomuna le domande poste da una categoria di “specialisti” così ampia: sono domande che non contengono già una risposta implicita, legata ad un pregiudizio o una supposizione.

Banalmente, chiedere: “Cosa vorresti mangiare oggi?” non è uguale a chiedere “Ti va un piatto di pasta?”.

Così, nella vita relazionale, dobbiamo imparare a fare domande senza presupporre la risposta dei nostri interlocutori. L’ascolto invece deve essere aperto, anche a risposte che non ci aspetteremmo e sulle quali potremmo non essere d’accordo. La discussione, intesa come scambio sano di punti di vista è un’arma funzionale per costruire relazioni durature, di ogni tipo.

Non solo pregiudizi: cosa ci impedisce di ascoltare

Purtroppo, non saper ascoltare non dipende solo dal modo in cui l’evoluzione ci ha insegnato a organizzare le informazioni, incasellandole e categorizzandole.

Altre cose stanno minando la nostra capacità di ascolto: i ritmi frenetici della vita moderna, la continua proliferazione di contenuti e informazioni sui social network, l’idea che le relazioni siano fugaci, precarie, fuggevoli.

Da un lato, la nostra attenzione è letteralmente assorbita e bombardata da troppi stimoli. Dall’altro, non sempre siamo davvero interessati a comprendere a fondo gli altri e ad instaurare relazioni solide e durature, che comportano anche l’accettazione di opinioni e bisogni diversi dai nostri.

Disclaimer: questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di uno specialista.